Stazione di Villarosa - Villarosa Station

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Stazione di Villarosa

Storia La stazione di Villarosa venne costruita nell'ambito del progetto di costruzione di ferrovie messo in atto prima dalla Società Vittorio Emanuele e proseguito con la Società per le Strade Ferrate della Sicilia, detta anche Rete Sicula. Faceva infatti parte della strada ferrata che connetteva Palermo, Agrigento e le stazioni interne della Sicilia con Catania e Messina e soprattutto con il porto di Catania necessario per le zone zolfifere dell'area centro-orientale dell'Isola. La stazione venne costruita in una vallata, in prossimità di Villarosa, e venne inaugurata il 1º febbraio 1876 in concomitanza con l'apertura all'esercizio della tratta ferroviaria Pirato-Villarosa che la collegava con la Stazione di Enna e il successivo 1º marzo venne collegata alla stazione di S.Caterina Xirbi, divenuta in seguito Stazione di Caltanissetta Xirbi. Posta lungo la tratta ferroviaria Catania-Palermo tra Enna e Caltanissetta, la stazione, ha avuto un ruolo importantissimo durante le epoche dello sfruttamento minerario delle diverse miniere del comprensorio villarosano (Gaspa-La Torre, Pagliarello, Santo Padre, Garciulla tra le più grandi). Qui arrivava infatti una linea mineraria Sikelia a scartamento ridotto che serviva le miniere di Gaspa e Respica e venivano caricati i carri ferroviari per il trasporto del minerale inoltrati poi con pesanti treni merci verso Catania. La stazione, di fermata per tutte le categorie di treni fino a tempi recenti, era anche il luogo dove venivano aggiunte le locomotive a vapore di spinta, in coda ai treni merci e viaggiatori più pesanti, per poter affrontare la dura rampa del 32 per mille che portava alla stazione di Enna. Pur decaduta nel traffico merci dopo la chiusura delle miniere di zolfo mantenne la sua utilità durante l'ondata migratoria degli anni Cinquanta e sessanta successiva alla chiusura delle miniere stesse, a causa della quale Villarosa ebbe un fortissimo calo demografico con un vero e proprio esodo di lavoratori verso le miniere di carbone del Belgio. La contrazione del traffico ferroviario degli ultimi decenni avrebbe portato alla chiusura della stazione e al suo impresenziamento se l'iniziativa lungimirante del locale capostazione non avesse rivitalizzato il centro ferroviario mediante la creazione di un museo etnografico ospitato all'interno di alcuni vagoni destinati altrimenti alla demolizione. La stazione è così divenuta oggetto di visite, di gite scolastiche e di semplice curiosità che ha attivato un discreto afflusso di turisti.